La Locanda Tinti organizza ricevimenti per varie occasioni e incontri, anche su richiesta, per lo svolgimento di letture, presentazioni di libri, jam session e concerti sia all'interno del locale, nella sala del the sia all'esterno in estate nella terrazza, mettendo a disposizione un impianto di amplificazione, un pianoforte e una chitarra. Ingresso libero con consumazione obbligatoria.
Il SABATO pomeriggio per la Rassegna:
"IL CAFFE'" Letture d'InvernoPresentazione di libri con presenti gli autori
La DOMENICA pomeriggio per la Rassegna:
"ACCORDIAMOCI" alTintiBar
Jam Session a cura di ANNA CORALLO e ANNA BIFFOLI
Con la partecipazione di LIA ZANNETTI e PAOLA CANU
per lo Storytelling (corso annuale a Giugno presso
l'Accademia di Santa Maria a Ferrano)
www.santamariaferrano.org
"LA MUSICA NON HA ETA'"
Lezioni mattutine di Pianoforte
al "Caffè della Locanda"
Accademia Musicale per l'età libera
Per informazioni: tel. 338 2930197
PAOLA IRRERA "ARTE E INGEGNO"
Esposizione permanente nella sala della Locanda,la Pittrice riporta a "nuova vita" manufatti in legno che diventano quadri, la natura è la sua fonte di ispirazione
"MUSICalTintiBar"
LA LOCANDA RINGRAZIA TUTTI GLI ARTISTI CHE SI SONO ESIBITI NEI CONCERTI DELLA NOSTRA RASSEGNA E IL M. FRANCO BAGGIANI CHE PER LA SCUOLA DI MUSICA COMUNALE E L'ASSOCIAZIONE SOUND HA DIRETTO LE JAM SESSIONS DI INSEGNANTI ED ALLIEVI.
STEFANO CORSI irlandese; LUIGI FIUMICELLI E DONATELLA ELISACCI italiana; MAURIZIO GERI SWING QUARTET manouche; CRESCENT CITY JAZZ BAND jazz; EVA MABELLINI E ILARIA INNOCENTI lirica; O
CON IL VIDEO "FRAMMENTI" RINGRAZIAMO GIUSEPPE RAIMONDI PER LA FOTOGRAFIA E PIETRO BARONI PER LA GRAFICA. UN RINGRAZIAMENTO DAVVERO SPECIALE AL CONTRABBASSISTA GUIDO ZORN CHE CI HA "AVVIATO" INSIEME A CRISTIANO ARCELLI, MASSIMILIANO CALDERAI. LUCA GELLI, NICO GORI, FABRIZIO MORGANTI, LEONARDO PIERI E ALESSANDRO BRAVO.
Hanno scritto di noi
Mauro Avanzini / sax alto, flauto
Nicola Vernuccio / contrabbasso
Daviano Rotella / batteria
26 Febbraio 2005 - "Locanda Tinti"
Loc. Diacceto - Pelago (FI)
Può succedere... vagando per le spettacolari colline fiorentine, irrealmente avvolte di bianco in un febbraio schietto e rigido, cercando un po' di calore, di scoprire una locanda sobria e accogliente con una ricca storia alle spalle, da poco ristrutturata, gestita da persone che oltre a proporre ottimi spuntini con affettati, formaggi e dolci casalinghi da annaffiare con un buon Chianti rosso, amano la musica. Lo spazio non è molto, ma la passione forte e da qualche anno ha preso il via una programmazione live variegata, aperta a diverse esperienze ma con il jazz in grande evidenza.
Può succedere...che proprio quella sera lì, in un angolo della sala, ci siano una batteria, un contrabbasso e una custodia di sax. Strani Itineranti, originale nome per un trio (con alle spalle un cd per Bassesfere nel 2001 in quartetto con Fabrizio Puglisi al pianoforte). E' forse un modo preventivo per dire… noi non ci integriamo al sistema, ne rimaniamo fuori, i nostri itinerari sono diversi, andiamo lontano dove non va nessuno. Una bella scommessa da verificare.
Può succedere... che quaranta persone facciano quasi corpo unico con i musicisti che sono lì a due passi. Ne percepisci il respiro, i movimenti, il rapporto con gli strumenti, gli sguardi per gli attacchi, il gesto per il solo, la sorpresa per una frase, lo stravolgente piacere di sentirsi in sintonia con gli altri, il sudore che imperla la fronte ma non è fatica, è succo di piacere.
Può succedere... che alla prima nota, al primo suono ti sembra magicamente di piombare a Stoccolma, in un novembre (1965) sicuramente più freddo, in un locale fumoso sicuramente più grande che si chiama Golden Circle ma dove si percepisce la stessa concentrazione, tensione creativa. Là c'erano Ornette Coleman, David Izenzon e Charles Moffett qui, quaranta anni dopo, ci sono Mauro Avanzini, Nicola Vernuccio e Daviano Rotella. (Se qualcuno si scandalizza per questo accostamento non ha capito nulla sulla forza della musica, la sua capacità di vivere, correre nelle testa e nel cuore dei musicisti.)
Può succedere... che Mauro Avanzini sia un compositore di enormi capacità, come poetico e stralunato narratore di storie, di luoghi lontani e affascinanti. Musicista che, sia al sax che al flauto descrive affreschi sonori ora astratti, ora delineati con forza, ora con dolente tristezza come capace di improvvisi sprazzi colorati di gioia creativa. Nessun revival dell'avanguardia ma ideale legame con questa (oltre Coleman, sicuramente Ayler e Shepp, ma anche l'introspezione di Tim Berne). Una musica nera, densa, pulsante, circolare, radicale, dolce nell'abbozzo visivo di una possibile nuova umanità; in pericoloso bilico tra strutture, come luogo di idee abbozzate da scavare e sviluppare, e free improvvisation come spazio libero per schizzare le proprie nevrosi, i propri sogni collettivi. Musica contemporanea.
Può succedere... che la ritmica che affianca Avanzini sia straordinariamente elastica, intrigante magma sonoro che riempie tutto il percorso del set sostenendolo, ampliandolo, rilanciandolo. Nicola Vernuccio ha Charlie Haden nel proprio dna, ne sviluppa le tematiche etniche e terzomondiste, come il suono corposo, potente. Contrabbasso "politico". Nel raddoppio dei tempi, nel ricco contributo armonico, ricostruisce un senso nuovo dello swing, ne dilata i riferimenti, gli appoggi, uno spazio sonoro che anche nei silenzi rimanda, sospende un senso del tempo che fa da ponte, robusta architettura ritmica. Nei soli poi fa cantare alto il suo legno come pochi oggi, ponendosi in linea ideale con le lezioni di Dave Holland e William Parker. Daviano Rotella è la negazione del virtuosismo, del tecnicismo esasperato di alcuni batteristi. In una composta e corretta postura, senza sbracciarsi o avventurarsi in spericolati esercizi ginnici, fa vibrare pelli e piatti di un set strumentale ridotto al minimo quanto ricco di possibilità espressive. Rotella riesce con personalità a prosciugare complesse figure poliritmiche rimanendo comunque in una contesto "africano" che ricorda proprio come incipit il Moffet colemaniano. Non disdegna di accompagnare con energia sui piatti tempi veloci ma contemporaneamente costruisce una specie di colonna sonora collaterale, nuclei di controtempi, rullate, break, colpi su tom e bordi che scompongono il tappeto ritmico, sfalsamento ideale per le gli obliqui fraseggi di Avanzini. Un batterista che ha idee.
Può succedere... di tornare a casa un po' infreddoliti ma con il cuore caldo.
Può succedere...
Paolo Carradori - Jazz Convention - year 2005
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